LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GIORGIA MELONI SULLA RIFORMA DELLA CORTE DEI CONTI
Data:
7 Aprile 2025

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni,
se ci rivogliamo a Lei, direttamente e pubblicamente, è nella convinzione che sia nostro dovere di magistrati fare ogni tentativo per evitare che scelte poco meditate possano danneggiare le istituzioni della Repubblica.
Il prossimo 7 aprile, alla Camera dei Deputati, approderà alla discussione in aula il progetto di legge A.C. 1621 di riforma delle funzioni e dell’organizzazione della Corte dei conti, di iniziativa parlamentare.
I magistrati contabili, la loro Associazione e i vertici della Corte hanno ripetutamente manifestato la loro preoccupazione per i contenuti del progetto di legge.
L’irragionevole e indistinta limitazione della responsabilità di amministratori e funzionari, ma anche di privati che gestiscono risorse pubbliche, svilisce la funzione giurisdizionale e solleva, fra l’altro, delicati problemi di compatibilità con il diritto dell’Unione Europea, per le risorse che da essa direttemente provengono. L’introduzione di tetti irrisori alla risarcibilità del danno erariale innescherà processi di deresponsabilizzazione di chi gestisce risorse pubbliche, ricoprendo ruoli di rilievo ed esercitando rilevanti poteri pubblici per il bene della collettività.
Le nuove forme di controllo preventivo e di pareri, che possono esitare in atti impliciti di assenso con esonero da responsabilità per comportamenti illeciti mai scrutinati, oltre a prefigurare un rallentamento dell’azione amministrativa, rendono possibili forme di cogestione che sono incompatibili con l’indipendenza dei giudici e non auspicabili per l’Amministrazione. Si rischia in tal modo di compromettere ogni standard di buona amministrazione, con possibili scenari di illegalità diffusa e inefficienza.
Lo svolgimento di funzioni di controllo, consultive e giurisdizionali da parte di Sezioni unificate, a livello centrale nonché territoriale, senza minimamente contribuire all’uniformità degli orientamenti, rimette all’organo di vertice l’assegnazione al magistrato delle specifiche competenze, ledendo la terzietà del giudice, limitandone l’indipendenza, e precipitando gli uffici in un caos organizzativo che produrrà solo inefficienza.
La gerarchizzazione degli uffici requirenti e l’introduzione del divieto di passaggio tra funzioni requirenti e giudicanti, se non adeguatamente circoscritti, si porrebbero in diretto contrasto con le norme costituzionali. Sono minate l’imparzialità e l’efficacia delle indagini.
La magistratura contabile rispetta la volontà politica del Parlamento e condivide, anche sul piano tecnico, la necessità di interventi di riforma in linea con le indicazioni della Corte costituzionale. Siamo, tuttavia, convinti che dal disegno di riorganizzazione degli organi della Corte dei conti possa derivare solo un affievolimento dei presidi giurisdizionali di legalità e di buona amministrazione.
La necessità di un giudice indipendente cui affidare il controllo giurisdizionale del denaro pubblico è condizione imprescindibile per garantire ai cittadini la veridicità dei conti pubblici e l’accertamento delle responsabilità di chi non abbia fatto buon uso, colpevolmente, del denaro dei cittadini contribuenti.
Per questo le chiediamo, con urgenza, un incontro chiarificatore, nel rispetto reciproco dei ruoli e nel superiore interesse del Paese.
L’Associazione Magistrati della Corte dei conti
Ultimo aggiornamento
7 Aprile 2025, 13:52